La terapia cellulare delle malattie linfoproliferative post-trapianto positive al virus di Epstein-Barr ( EBV ) nei soggetti sottoposti a trapianto di sangue cordonale è limitata dalla mancanza di donatori e dal sistema immunitario neonatale del donatore stesso.
Sono stati quindi utilizzati in uno studio linfociti T citotossici ( CTL ) di donatori non-consanguinei, EBV-specifici, espansi in vitro, HLA ( antigene leucocitario umano ) parzialmente compatibili, per il trattamento di 2 pazienti sottoposti a trapianto di sangue cordonale in pericolo di vita per un linfoma monoclonale diffuso a grandi cellule B positivo per EBV, derivato dal donatore, con coinvolgimento extranodale sviluppatosi nel contesto della malattia del trapianto contro l’ospite.
In entrambi i pazienti erano fallite le terapie con immunosoppressione e Rituximab. Dopo 5 e 9 infusioni di 106 EBV-CTL/kg, rispettivamente, ogni paziente ha raggiunto una remissione completa senza tossicità o senza malattia del trapianto contro l’ospite.
Entrambi i pazienti sono sopravvissuti senza recidiva a 20 e 15 mesi, rispettivamente, dalla diagnosi di malattie linfoproliferative post-trapianto con virus di Epstein-Barr.
Questo approccio dimostra l'efficacia dell'utilizzo di linfociti T citotossici virus-specifici di donatori non-consanguinei, ristretti per antigeni leucocitari umani espressi dal tumore per trattare le malattie linfoproliferative post-trapianto con virus di Epstein-Barr, altrimenti letali.
Tale terapia può essere applicata anche al trattamento di altre infezioni e neoplasie residue o recidivanti dopo trapianto di sangue del cordone ombelicale. ( Xagena2010 )
Barker JN et al, Blood 2010; 116: 5045-5049
Emo2010