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Mieloma multiplo: il trattamento con Talidomide e Acido Zoledronico aumenta la sopravvivenza e riduce gli eventi correlati all’apparato scheletrico


I pazienti con mieloma multiplo presentano un significativo miglioramento della sopravvivenza quando trattati con Talidomide ( Thalomid ) combinato con Acido Zoledronico ( Zometa ), un bifosfonato, come trattamento di induzione.
I pazienti trattati in modo intensivo o non-intensivo con un regime contenente Talidomide più Acido Zoledronico tendono a vivere più a lungo e ad avere meno eventi scheletro-correlati, rispetto ai pazienti trattati con altra chemioterapia e Clodronato ( Clasteon ).
I pazienti che hanno ricevuto un regime non-intensivo di Talidomide e Acido Zoledronico hanno presentato un rischio di mortalità più basso del 17% ( valore statisticamente significativo ) nel periodo di quasi 4 anni di follow-up, rispetto a quelli che hanno ricevuto chemioterapia senza Talidomide e con Clodronato.
La terapia intensiva contenente Talidomide più Acido Zoledronico è risultata associata a un miglioramento del 16% nella sopravvivenza complessiva e a un miglioramento del 10% nella sopravvivenza libera da progressione; tuttavia nessuna di queste relazioni è risultata statisticamente significativa.
Nel complesso, il tasso di eventi correlati all’apparato scheletrico è stato inferiore del 26% con Acido Zoledronico che con Clodronato ( P=0.0004 ).

Questi dati rappresentano un’analisi aggiornata di uno studio, che ha coinvolto 2000 pazienti.
I pazienti allocati a chemioterapia intensiva sono stati ulteriormente assegnati in modo casuale a Ciclofosfamide, Vincristina, Doxorubicina e Desametasone, oppure alla combinazione di Ciclofosfamide, Talidomide e Desametasone. Tutti i pazienti hanno ricevuto inoltre una dose elevata di Melfalan e sono stati sottoposti a trapianto di cellule staminali.
I pazienti assegnati al trattamento non-intensivo hanno ricevuto un regime attenuato di Ciclofosfamide, Talidomide e Desametasone, oppure terapia con Melfalan più Prednisone.
Successivamente, i pazienti di entrambi i gruppi sono stati randomizzati a ricevere Acido Zoledronico oppure Clodronato fino alla progressione della malattia.

Gli endpoint primari dello studio erano rappresentati da sopravvivenza generale, sopravvivenza libera da progressione, e tasso di risposta generale, mentre gli endpoint secondari comprendevano eventi correlati all’apparato scheletrico e sicurezza.

Il periodo di follow-up è stato di 3.7 anni.

Nel braccio intensivo, il 43% dei pazienti trattati con Ciclofosfamide, Talidomide e Desametasone hanno mostrato un risposta parziale molto buona, rispetto al 28% dei pazienti trattati con Ciclofosfamide, Vincristina, Doxorubicina e Desametasone ( P inferiore a 0.0001 ).
Il tasso di risposta è risultato simile tra i pazienti che avevano ricevuto Acido Zoledronico o Clodronato.

L’analisi di sopravvivenza ha mostrato un trend a favore dell’Acido Zoledronico rispetto al Clodronato riguardo sia alla sopravvivenza generale sia alla sopravvivenza libera da progressione ( P=0.065, P=0.173 ).

Tra i pazienti assegnati al regime chemioterapico non-intensivo, quelli trattati con Ciclofosfamide, Talidomide e Desametasone hanno presentato una sopravvivenza generale del 30%, contro il 4% di quelli trattati con Melfalan e Prednisone ( P inferiore a 0.0001 ).
Il trattamento con Acido Zoledronico più Ciclofosfamide, Talidomide e Desametasone è risultato associato a un tasso di risposta del 34%, rispetto al 26% del Clodronato più Ciclofosfamide, Talidomide e Desametasone ( P=0.11 ).
I pazienti assegnati a Melfalan e Prednisone hanno presentato un maggior tasso di risposta con l’Acido Zoledronico rispetto al Clodronato ( 6% vs 2%, P=0.045 ).

La sopravvivenza generale è risultata significativamente superiore con l’Acido Zoledronico che con Clodronato ( hazard ratio, HR=0.83, P=0.049 ).
E’ stato riscontrato un trend a favore dell’Acido Zoledronico per la sopravvivenza libera da progressione ( HR=0.87, P=0.065 ).

Riguardo agli eventi correlati all’apparato scheletrico, i pazienti nel braccio chemioterapico non-intensivo hanno mostrato una riduzione del 26% di tali eventi con Ciclofosfamide, Talidomide e Desametasone, rispetto a Melfalan e Prednisone ( P=0.021 ), e una riduzione del 28% con l’Acido Zoledronico, rispetto al Clodronato ( P=0.017 ).

Nel braccio terapia intensiva, i pazienti assegnati alla terapia di induzione hanno presentato tassi di eventi correlati all’apparato scheletrico simili. Tuttavia, l’assegnazione all’Acido Zoledronico era associata a una riduzione del 24% del rischio di eventi scheletrici ( P=0.017 ). ( Xagena2011 )

Fonte: International Conference on Cancer-Induced Bone Disease, 2011



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